Istigazione al suicidio a carico di ignoti, resta aperto il fascicolo di indagine che la Procura di Catanzaro ha aperto dopo la scomparsa di Massimo Torregrossa 51enne originario di Aversa ma residente da anni nel capoluogo calabrese. Da tre anni dell’ex direttore del centro per disabili della Fondazione Betania non si hanno più notizie, esattamente dal 13 agosto del 2019. Il gip Antonella De Simone ha rigettato la richiesta di archiviazione che era stata avanzata dalla Procura e contro cui aveva fatto opposizione la famiglia dell’uomo scomparso, rappresentata dall’avvocato Paola Paparo legale dell’associazione Penolope. Secondo il gip De Simone «la richiesta di archiviazione non può essere accolta apparendo necessarie ulteriori indagini». Il giudice restituendo gli atti alla Procura ha scritto che occorre procedere all’escussione dei familiari di massimo Torregrossa «nonché di ogni altro soggetto che risulti all’esito dell’audizione delle indicate fonti dichiarative avere avuto contatti con Torregrossa prima della sua scomparsa». Le indagini quindi vanno avanti.
La scomparsa
È dalla sera del 13 agosto del 2019 che di Massimo Torregrossa non si hanno più notizie. L’ultimo suo messaggio risale a quella mattina ed è stato inviato ai suoi colleghi: «Non sto bene, non vengo al lavoro oggi». La sua automobile è stata trovata nell’area di servizio prima del Ponte Morandi di Catanzaro, dentro c’era solo il suo zainetto.
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