Il 16 marzo del 2018 parteciparono a una cena a casa dell’avvocato Giancarlo Pittelli, ex parlamentare di Forza Italia, indagato prima e attualmente sottoposto a misure cautelari coercitive e imputato di concorso esterno in associazione mafiosa nel processo "Rinascita Scott" alle cosche di 'ndrangheta del Vibonese. Ora il caso di due consiglieri della Corte d’appello di Catanzaro Giuseppe Perri e Pietro Scuteri, che all’epoca erano entrambi giudici per le indagini preliminari al tribunale della stessa città, divide il Csm. Oggi il plenum è chiamato a pronunciarsi sulla richiesta di archiviare la procedura di trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale aperta un anno fa nei loro confronti. A formularla la Prima Commissione, che però su questa decisione si è letteralmente spaccata: solo due i voti favorevoli (del laico M5s Alessio Benedetti e della togata di Magistratura Indipendente Paola Braggion), due anche le astensioni (di Elisabetta Chinaglia di Area e di Carmelo Celentano) e il voto contrario dell’ex pm di Palermo Nino Di Matteo, mentre il laico di Forza Italia Michele Cerabona non ha partecipato alla votazione. La procedura era stata aperta contestando ai due magistrati i «rapporti di non distaccata frequentazione con Pittelli», durante i quali si sarebbero occupati di procedimenti patrocinati dall’avvocato. Rapporti di cui sono venuti a conoscenza magistrati e avvocati che hanno seguito il procedimento Rinascita Scott (la cena venne intercettata con un trojan nel cellulare di Pittelli), e che per questo sarebbero potenzialmente in grado di compromettere la possibilità per i due giudici di svolgere, «in maniera serena, indipendente ed imparziale, anche sul piano della percezione esterna e della necessaria credibilità», le loro funzioni nel settore penale della Corte d’appello di Catanzaro, «nel quale patrocinano i colleghi di studio dell’avvocato Pittelli ed al quale, con ogni probabilità, confluirà il processo Rinascita Scott». Ascoltati dalla Commissione tutti e due i giudici hanno escluso di aver avuto, al di là di quella cena, rapporti di frequentazione con Pittelli, che oltretutto all’epoca non sapevano fosse indagato. E soprattutto hanno sostenuto che quella vicenda non ha avuto alcuna ripercussione nell’ambiente giudiziario né in quello forense. Per dissipare ogni dubbio, tutti e due hanno comunque chiesto e ottenuto il trasferimento al settore civile della Corte d’appello. Dunque non potranno essere chiamati a giudicare gli imputati del Rinascita Scott né ,visto che Pittelli è un avvocato penalista, occuparsi dei casi dei suoi assistiti, quando l’ex parlamentare tornerà a svolgere la professione forense. Una circostanza che è stata determinante per la scelta dei due consiglieri che hanno proposto al plenum l'archiviazione.