Lo stallo adesso potrebbe essere superato. Anche se le due cose non sembrano avere collegamenti diretti, con la chiusura delle urne per le elezioni amministrative si potrebbe sbloccare anche l’iter per la nomina del presidente del Parco delle Serre. L’ente di tutela ambientale al momento è guidato da Alfonso Grillo, nominato a marzo dalla Giunta regionale quale commissario straordinario nelle more dell’indicazione di un presidente. Grillo è considerato un uomo di Forza Italia, ovvero il partito del presidente della Regione Roberto Occhiuto, ma quasi contemporaneamente alla sua indicazione si è esposto pubblicamente pure il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso. A lui, infatti, spetta la prerogativa di nominare il presidente, così ha invitato la Comunità del Parco (organo in cui sono rappresentati i sindaci dell’area protetta) a fornirgli i cinque nomi tra cui, da statuto, può scegliere il vertice dell’ente naturalistico.
Questo spiega il collegamento politico tra le elezioni, in particolare quelle di Catanzaro, e la nomina ai vertici del Parco. Ad aspirare alla nomina sono infatti diversi pretendenti che fanno riferimento al centrodestra: oltre allo stesso Grillo, fedelissimo del senatore forzista Giuseppe Mangialavori, ci sono alcuni uomini vicini al consigliere regionale di “Coraggio Italia” Francesco De Nisi come Giuseppe Iervasi, Pino Pellegrino e Gregorio Paglianiti. Ma nella cinquina c’è anche un esponente della Lega (lo stesso partito di Mancuso) che è segretario provinciale proprio a Catanzaro. Si tratta di Giuseppe Macrì, già candidato alle Regionali e probabilmente a questo punto il più quotato per diventare il prossimo presidente del Parco.
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