I lavori di ristrutturazione dello stadio Nicola Ceravolo tornano sotto i riflettori. Questa volta però la “palazzina” così poco amata dai tifosi giallorossi non c’entra niente o quasi. Il caso si sarebbe consumato tutto all’interno delle stanze di Palazzo De Nobili. Un vero e proprio giallo che ha al centro una delibera con cui la Giunta Abramo nel pieno delle scorse vacanze estive ha approvato un accordo bonario impegnando il Comune a versare poco meno di un milione di euro all’Ati che ha effettuato i lavori nello stadio. Ora però, a distanza di un anno, si scopre che quell’atto conteneva dati e informazioni «infondate e prive di concreto riscontro nella realtà documentale». E così il 9 giugno, a tre giorni dal voto per il rinnovo del Consiglio comunale, l’esecutivo Abramo ha approvato, al fotofinish, l’annullamento di quell’atto così impegnativo dal punto di vista finanziario per l’ente. Il decreto ingiuntivo Il 5 giugno del 2018 l’associazione temporanea di imprese che si era aggiudicata l’appalto da cinque milioni di euro ha dichiarato ultimati i lavori. Passati cinque anni, il 7 marzo 2022 al Settore Avvocatura è giunta una nota sul decreto ingiuntivo emesso il 14 maggio 2021 dalle imprese che hanno lavorato al Ceravolo. A questo punto l’Avvocatura comunale ha avviato «un’attenta disamina della documentazione agli atti d’ufficio». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro