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Operazione Tassa di rimorchio, revocati gli arresti domiciliari per quattro

tribunale palmi

Il gip del Tribunale di Palmi, Federica Giovinazzo,  ha revocato gli arresti domiciliari nei confronti di quattro dei sei imputati coinvolti nell'operazione "Trailer fee" (tassa di rimorchio), scattata nell’aprile del 2021 che ha portato alla luce una serie di presunte estorsioni con il cosiddetto cavallo di ritorno. In particolare la misura cautelare è stata sostituita con l'obbligo di dimora per Pietro Giuseppe Bellocco, 39 anni di Rosarno, personaggio che gli inquirenti indicano imparentato con la potente famiglia di ’ndrangheta operante a Rosarno; Angelo Bartone, 47 anni di Paravati, frazione di Mileto; Rocco Restuccia, 45 anni e Giovanni Sesini di 32, entrambi di Rosarno.

Provvedimento  conseguenza della decisione del Tribunale collegiale di Vibo che ha accolto l'eccezione di incompetenza territoriale avanzata dal collegio difensivo dei sei imputati (avvocati Tommaso Zavaglia, Giosuè Monardo, Nicola Riso e Franco Iannello). Eccezione che era stata già proposta in udienza preliminare e rigettata. In pratica la difesa ha sostenuto la competenza del Tribunale di Palmi in quanto la prima dazione di danaro sarebbe avvenuta nel territorio di Rosarno. Pertanto il Tribunale, nei giorni scorsi, ha disposto la restituzione degli atti alla Procura presso il Tribunale di Palmi. Pertanto il procedimento è ritornato nella fase delle indagini preliminari.

Nell'operazione sono rimasti implicati anche Domenico Bartone, 54 anni di Paravati e Antonio Cacciola, 41 anni, di Rosarno. Estorsione e tentata estorsione, ricettazione e detenzione di arma da fuoco, le accuse a vario titolo contestate agli imputati. A dare il via alle indagini, nel 2020, fu il furto di un autoarticolato in uso a Enzo Iannella, dipendente di una ditta di Avellino (la “Ad Logistica”, proprietaria del mezzo), avvenuto ad opera di ignoti tra il 9 e l’11 maggio in località Piano di Bruno, alla periferia di Mileto. Prima di presentare denuncia, la vittima fece di tutto per poter riavere il suo mezzo attraverso il pagamento di un corrispettivo a quanti si sarebbero adoperati per il ritrovamento del rimorchio. Una vera e propria organizzazione il cui scopo sarebbe stato quello di spillare soldi alla vittima del furto, costretta a pagare all’incirca 3 mila euro con la speranza di poter riavere l’autoarticolato, cosa peraltro mai avvenuta.

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