Sette. Sono sette i lavoratori stagionali Sacal che dal 2019 non hanno fatto neanche un giorno di lavoro. Sette famiglie che non sanno che futuro spetta loro, che sorte avranno. Recentemente sono stati impegnati con contratti part-time 25 altri lavoratori stagionali che attendevano da tempo un segnale positivo da parte dei vertici dell’azienda che guida i tre scali calabresi. Si tratta sempre di impiego a tempo determinato, nessuna stabilizzazione definitiva dopo anni di precariato ma almeno è un primo passo, una prima luce dopo lo stop forzato vissuto nel periodo più difficile della pandemia. Per i sette rimasti fuori, invece, non ci sono novità.
«Ci hanno detto che non c’è bisogno di noi – commentano gli stagionali esclusi da qualsiasi contrattazione – ma noi sappiamo che non è così. Per questa stagione estiva il traffico passeggeri si annuncia intenso, i voli previsti sono tantissimi. In realtà il nostro apporto è necessario ma dai vertici aziendali fanno finta di niente». Gli stagionali senza lavoro riportano all’attenzione dell’opinione pubblica il recente caso dei tanti disabili dell’Unitalsi che hanno subito gravissimi disagi proprio allo scalo lametino a causa della mancanza di personale; un’odissea dovuta al fatto che mancavano gli addetti che facessero scendere e salire dall’aereo i passeggeri non autonomi. Visto l’immobilismo venutosi a creare i sette stagionali chiedono un incontro urgente col governatore Roberto Occhiuto, con i vertici Sacal e con le autorità istituzionali che hanno a cuore la loro situazione.
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