'Ndrangheta, Imponimento. Annullato il sequestro delle attività dell'imprenditore Antonio Facciolo
La Quinta Sezione Penale della Corte di Cassazione ha annullato, disponendo un nuovo giudizio da parte del Tribunale del riesame, il sequestro di tutte le attività imprenditoriali riconducibili ad Antonio Facciolo, 63 anni, originario di Francavilla Angitola ma residente a Vibo, imputato nel processo Imponimento, difeso dall’avvocato Giovanni Vecchio del Foro di Vibo Valentia. Secondo gli investigatori, le imprese di Facciolo erano da ritenersi asservite all’organizzazione criminale Anello-Fruci di Filadelfia, tanto da rendersi necessario il loro sequestro per evitare la commissione di nuovi reati. La decisione della Suprema Corte, accogliendo il ricorso predisposto dall’avvocato Giovanni Vecchio e dall’avvocato Bruno Vallelunga, ha tuttavia sconfessato questa ricostruzione e questo sotto un duplice profilo. È stato sia annullato il sequestro per sproporzionatezza, essendo stato evidenziato dalla difesa come da una corretta lettura della ricostruzione effettuata dalla Guardia di Finanza emergesse una situazione reddituale positiva e l’assoluta liceità della gestione imprenditoriale del Facciolo. D’altro canto – ed è il dato maggiormente pregnante nell’ottica defensionale – è stato annullato anche il sequestro finalizzato alla confisca di imprese mafiose. Sul punto, la difesa aveva stigmatizzato la mancanza di ragionevolezza della decisione del Tribunale di Catanzaro, atteso che le imprese di Antonio Facciolo non erano coinvolte in vicende delittuose e avuto riguardo al fatto che gli stessi giudici cautelari, nel procedimento cautelare personale, avevano escluso che il Facciolo potesse ritenersi un imprenditore mafioso. Alle richieste difensive si era associato anche il P.G. della Cassazione, che aveva chiesto anch’egli l’annullamento del sequestro. Sarà dunque necessario un nuovo giudizio da parte del Tribunale del riesame di Catanzaro sul punto.