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Catanzaro, sos dell’Ato: si rischia il blocco dei rifiuti. Entro il 15 luglio vanno trovati nuovi siti

Nuova emergenza alle porte. La Provincia emana un’ordinanza urgente

Entro il 15 luglio i gestori degli impianti pubblici che trattano rifiuti in provincia di Catanzaro dovranno individuare dei siti idonei per lo stoccaggio degli scarti di lavorazione, mentre nei successivi 20 giorni dovranno presentare la documentazione prevista per ottenere l’autorizzazione. È quanto prevede l’ordinanza contingibile e urgente, dunque in deroga alle normative vigenti, adottata dal presidente facente funzioni della Provincia, Fernando Sinopoli, e redatta dal dirigente del settore Ambiente, Vincenzo Prenestini.
È una delle conseguenze dell’ormai cronicizzata emergenza dovuta all’esaurimento delle volumetrie d’abbanco e alla mancanza di siti di smaltimento. Nonostante l’entrata in vigore della legge istitutiva di Arrical, la nuova Autorità unica di governance di rifiuti e acqua, nel mese di giugno il Consorzio Ato Catanzaro – le cui funzioni saranno gradualmente assorbite dalla multiutility – ha segnalato alla Provincia «una situazione di eccezionalità ed urgenza» dovuta all’imminente esaurimento dell’unica discarica pubblica disponibile, cioè quella di località Stretto a Lamezia. L’Ato in realtà ha ottenuto dal Tar l’annullamento dell’ordinanza della Cittadella che l’aveva messa a servizio dell’intera regione, però è stato disposto che gli effetti di quel pronunciamento si dispiegassero solo dall’1 maggio di quest’anno. Ciò però non è avvenuto perché il 29 aprile il commissario Arrical Bruno Gualtieri ha confermato la necessità di smaltire a Lamezia gli scarti di lavorazione provenienti non solo dal Catanzarese, ma anche dal Cosentino, dal Vibonese e dal Reggino.

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