Il commissario dell’Asp Giuseppe Giuliano è fiducioso. Anzi, ottimista. Nuovo ospedale, riqualificazione dei vecchi nosocomi e assunzioni, infatti, segnano l’avvio di quello che ha annunciato come “il nuovo corso” della sanità vibonese. Ma è un’agenda con tanti richiami al passato quella che passa dalle carte dell’Azienda sanitaria. Perché se lo Jazzolino rischiava la chiusura per carenza di personale, e di medici adesso – per come ha annunciato Giuliano – ne stanno arrivando, ci sono altri nodi da sciogliere. Che non riguardano solo il comparto sanitario. In tal senso, un quadro lo offre il Piano delle performance approvato il 4 luglio, nel quale si legge che ad oggi il personale è di 1345 unità. Nello stesso si registra un’inflessione, rispetto al 2020 di 17 unità nel ruolo sanitario - dirigenza (da 271 a 254 unità) e di 23 dipendenti nel comparto ruolo amministrativo (da 135 a 112). Un incremento complessivo si registra nel comparto ruolo sanitario (+37) per la presenza del personale a tempo determinato (è di - 11 personale a tempo indeterminato) e un incremento anche nel comparto ruolo tecnico con + 24 unità tra personale a tempo determinato, ma con -18 per il tempo indeterminato. Questi alcuni numeri che si legano a doppio filo ai tanti pensionamenti già chiusi e a quelli in itinere (dal 2020 nelle varie categorie tra gli amministrativi oltre 50), che ad oggi sono senza copertura. Dunque, il nodo concorsi, perché se quelli indetti per i medici non hanno avuto finora riscontro, sarà diverso per gli amministrativi? Si, no, forse. O anche ni. Considerato che in questo caso la matassa è più ingarbugliata. Ovvero, di aspiranti ce ne sono parecchi e anche i concorsi dopo anni sono partiti. Tutto bene? Anche no. Perché per concorso che parte, c’è procedimento che viene fermato e urgenza che arriva. E cosa c’è di meglio che affidarsi ai precari, alle agenzie interinali e, perché no, alla… politica? Il tutto nel silenzio generale. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro