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Sant’Anna di Catanzaro, non c’è la “giusta causa”. I lavoratori: «Oltre al danno la beffa»

Vertenza infinita per la clinica privata che era considerata un’eccellenza

Loro stessi la definiscono «una telenovela», ma per gli ex dipendenti del Sant’Anna Hospital è tutt’altro che avvincente la piega che sta prendendo la vertenza della clinica privata catanzarese finita al centro di una bufera giudiziaria.
L’ultimo capitolo del contenzioso amministrativo con l’Asp è stato scritto proprio nelle scorse ore con la sentenza del Consiglio di Stato che, a conferma di quella del Tar, ha dato ragione alla struttura rispetto all’accreditamento del 2020. La sorte dei lavoratori sembra invece non interessare più a nessuno, tanto che molti di loro sono via via letteralmente scappati non potendo più reggere la situazione.
Altri hanno provato, proprio in questi giorni, a protocollare le dimissioni per giusta causa, motivandole con i ritardi e i mancati pagamenti degli stipendi. Ma non riescono a ottenere neanche questa soluzione, che garantirebbe loro quantomeno un periodo di sussidio di disoccupazione. La risposta arrivata dai nuovi vertici del Cda della clinica è che non ci sono i requisiti per la “giusta causa” e che le loro dimissioni vengono trasformate in volontarie. Per di più, sarebbe stato intimato agli stessi dipendenti «che avrebbero provveduto a sottrarre le somme dovute dal mancato preavviso di tale dimissione, ovvero all’incirca una mensilità».

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