Aggredito e pestato nel cortile di casa l'ex sindaco ed ex consigliere comunale di Roccabernarda Francesco Coco. Lo denuncia una nota diffusa dall'amministrazione comunale della cittadina delle Valle del Tacina. Il sindaco Luigi Foresta che insieme a tutti i consiglieri esprime vicinanza e solidarietà all’ex amministratore da sempre in prima linea con le sue denunce contro la 'ndrangheta e le illegalità, dà conto di una violenta aggressione subita da Coco nella notte. Il battagliero 73enne maresciallo dei carabinieri in pensione era nel suo giardino di casa e stava rientrando quando un branco di sconosciuti col volto coperto gli si sono avvicinati da dietro e lo hanno colpito alle spalle ripetutamente fino a causargli traumi e lesioni tali da dover ricorrere alle cure dei sanitari.
I presunti aggressori: due minorenni, uno nipote di un esponente della 'ndrangheta
Gli immediati accertamenti investigativi svolti hanno consentito di focalizzare l'attenzione su due 17enni, uno dei quali nipote di un esponente di vertice di una consorteria di 'ndrangheta del territorio. La posizione dei medesimi è al vaglio dei militari intervenuti, al fine anche di comprendere il motivo del brutale pestaggio. Sono stati rinvenuti e sequestrati gli indumenti utilizzati dagli aggressori ed abbandonati nelle campagne circostanti durante le rocambolesche fasi della fuga a piedi. Le indagini proseguono attraverso la visualizzazione delle telecamere pubbliche e private presenti nell'area. Seguiranno, nella serata o domani mattina, aggiornamenti sui provvedimenti eventualmente adottati nei confronti dei presunti aggressori. "Dalle notizie in nostro possesso - si legge nel post dell'amministrazione comunale - in questo preciso momento, Francesco si trova all’ospedale di Catanzaro in Neurochirurgia". "Già sindaco di Roccabernarda - sottolinea il comunicato del Comune - dal 2002 al 2007 e Consigliere Provinciale nel biennio 2020-2021, in questi anni Francesco si è contraddistinto nella lotta contro il malaffare ed è stato da sempre impegnato nel combattere gli ambienti malavitosi". "Siamo vicini con la mente e con il cuore - prosegue la nota - al nostro concittadino. Atti del genere sono vergognosi, inauditi e che incidono negativamente sulla tranquillità di una intera popolazione. Siamo certi che le Autorità competenti troveranno i colpevoli di questo vigliacco gesto così da permettere giustizia nei confronti del Maresciallo e di tutta la sua famiglia".
I sospetti
Ma al momento - secondo quanto emerso dalle indagini il movente di 'ndrangheta non sarebbe direttamente collegato all’aggressione. I due diciassettenni, infatti, avrebbero agito per una sorta di vendetta personale nei confronti di Coco, maresciallo dei carabinieri in pensione, impegnato anche come amministratore pubblico nel contrasto alla criminalità organizzata.
Le reazioni
“Francesco Coco è una persona straordinaria. Un uomo perbene. Ha fatto della legalità e della lotta alla criminalità una ragione di vita, un tratto distintivo per proprio percorso umano e professionale, prima da servitore dello Stato come maresciallo dei carabinieri, e dopo da rappresentante delle Istituzioni, da sindaco di Roccabernarda, da consigliere comunale e provinciale. Sempre dalla stessa parte, quella della giustizia, della verità e dei cittadini onesti. Sono sinceramente colpito dall’aggressione che ha subito ieri notte per mano di due balordi che lo hanno colpito alle spalle, mentre tornava a casa. Gli sono vicino con tutto l’affetto che si deve ad un amico caro, quello che lui è per me”. Lo afferma il consigliere regionale Antonio Montuoro, presidente della Seconda Commissione Bilancio, e segretario della commissione permanente contro il fenomeno della ‘ndrangheta. “Francesco è un esempio per chi ha deciso di mettersi al servizio dello Stato e della propria comunità, con spirito di abnegazione e sacrificio – continua Montuoro -. Nel 2006 è stato anche insignito del titolo di cavaliere della Repubblica italiana, e negli anni scorsi è già oggetto di gravi intimidazioni: nel 2019, quando era consigliere comunale, gli è stata incendiata l’auto. La costante e determinata azione contro la criminalità desse fastidio, continua a dare fastidio, fino a questo punto. Sono certo che le forze dell’ordine assicureranno in tempi brevi alla giustizia gli artefici di questo vile gesto – ha concluso -. Ma dobbiamo essere tutti vicini a Francesco, non può essere lasciato solo per quello che ha fatto per la nostra terra, e per quello che rappresenta”.
Anche Libera Crotone “condanna in modo forte e deciso il vile gesto di violenza ai danni di Francesco Coco, da sempre impegnato a favore della sua comunità di Roccabernarda sia da semplice cittadino che nei ruoli istituzionali di sindaco, consigliere comunale e consigliere provinciale. Questo gesto di inaudita violenza colpisce non soltanto la persona a cui è stato direttamente rivolto, ma tutta la comunità che non può e non deve più tollerare queste azioni vigliacche e violente da parte di coloro che come “topi di fogna”, preferiscono venire allo scoperto di notte per rodere la parte buona e bella della comunità di Roccabernarda. E proprio da parte di questa grandissima maggioranza di persone per bene che deve venire l’impegno affinché l’infamia e il dolore che ha subito il maresciallo Coco, assalito e picchiato a sangue, non devono più ripetersi, per lui e per chiunque altro decida, a testa alta, di impegnarsi per la costruzione di una società più giusta, per la tutela dei diritti di tutti”. Solidale con l'ex sindaco anche la deputata Elisabetta Barbuto (M5S). ""Voglio esprimere il mio sdegno per la vile e criminale aggressione subita da Francesco Coco al quale va tutta la mia solidarietà nell’auspicio che si possa prontamente rimettere e ritornare alla sua vita, all’impegno civico che lo ha sempre contraddistinto ed alle sue battaglie per la legalità.. Al maresciallo Coco, alla sua famiglia ed alla comunità tutta di Roccabernarda non posso che essere vicina con tutto il cuore nel condannare atti del genere, assolutamente indegni di un consesso civile, atti vigliacchi, atti criminali, che feriscono profondamente tutti i calabresi onesti. Sembrerebbe che gli autori del gesto criminale siano due giovani, ancora minorenni. E la cosa sconvolge ulteriormente perché attesta il degrado culturale di certi ambienti e di taluni soggetti convinti ancora che la violenza fisica sia il mezzo per tacitare la voce libera di chi sceglie di percorrere ogni giorno il cammino della legalità. Non con le parole, ma con il proprio impegno quotidiano nelle piccole e nelle grandi sfide nelle quali la vita ci impegna".