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Dagli Usa a Nicotera per conoscere la storia di Zappia, un "uomo libero"

Organizzata dell’associazione antimafia Libera. Un gruppo di studenti americani dal tabaccaio che si è ribellato ai clan

Le bandiere di Libera sventolano davanti alla tabaccheria di Carmelo Zappia, salito agli onori della cronaca per aver denunciato e mandato in prigione i suoi presunti estorsori. Ancora una volta a sorreggerle, oltre ai volontari dell’associazione guidati da Giuseppe Borrello, ci sono gli studenti. Questa volta, però, non arrivano da Vibo Valentia o dai centri viciniori, bensì dal college di Dartmouth, a poca distanza da Boston, Usa.
Sono arrivati da oltre oceano domenica scorsa ospiti dell’Unirimi “Rossella Casini” di Limbadi e, nei giorni a seguire, hanno dedicato il loro tempo all’approfondimento del tema riguardante il fenomeno ‘ndranghetista. Un’esperienza formativa che hanno affrontato con interesse e che hanno recepito nella sua crudezza quando, davanti alla tabaccheria di Zappia, hanno potuto ascoltare le commosse testimonianze dei genitori delle vittime di mafia rappresentati, nell’occasione, da Elsa Tavella, mamma di Francesco Vangeli, un giovane di Filandari scomparso nel nulla, e da Martino Ceravolo, padre di Filippo, ragazzo di Soriano caduto sotto il fuoco della criminalità senza un motivo, nonché da Luigia Pagano e Gregorio Piperno, genitori di Stefano, mediatore culturale di Nicotera ucciso e dato alle fiamme sulla sua stessa auto.

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