Cade l’obbligo per la società “Sasol Italy spa” e per la curatela fallimentare della “Kroton Gres 2000 Industrie ceramiche S.r.l” di bonificare l’area dell’ex stabilimento “Kroton Gres Industrie ceramiche srl-ex Sasol”, ricompresa nel Sin di Crotone-Cassano-Cerchiara. Lo ha stabilito il Tar di Catanzaro che, con due sentenze differenti, ha annullato l’ordinanza con la quale, il 13 marzo 2017, la Provincia di Crotone impose sia alla “Sasol” che all’ex “Kroton Gres”, in qualità di ultime proprietarie del sito, di attivare «gli interventi di messa in sicurezza permanente, bonifica dei suoli e ripristino ambientale e delle acque di falda, basati rispettivamente sul confinamento fisico delle aree di proprietà e sull’ultimazione di una barriera idraulica per la messa in sicurezza della falda – area stabilimento ex Sasol Sin di Crotone».
Ora, toccherà al Comune capoluogo farsi carico della bonifica ricorrendo allo stanziamento ministeriale di 1,2 milioni di euro, sebbene nelle scorse settimane la “Sasol” abbia già presentato una nuova analisi di rischio dei terreni propedeutica alla messa in sicurezza definitiva della zona. Il collegio presieduto da Giovanni Iannini ha così esonerato le due aziende dai compiti di bonifica del sito ex “Sasol”, partendo da una pronuncia presa nel 2012 dal Tribunale amministrativo regionale di Catanzaro. Il quale, annullò il verbale della conferenza dei servizi decisoria sul quale si basava l’ordinanza dell’ente intermedio.
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