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Vibo, riabilitazione: per i pazienti gravi la fisioterapia rimane una chimera

Lunghe attese, anche di quattro mesi, per i soggetti colpiti da ictus o emorragia cerebrale. Nessun canale privilegiato per chi deve proseguire il trattamento. Ricoveri solo post-acuzie e quindi inevitabile il ricorso ai privati

La prenotazione di una visita specialistica o di un prelievo di sangue con relativi esami ematici, la scelta o revoca di un medico, l’esenzione e il pagamento del ticket. Sembrano azioni semplici, ma sono delle vere e proprie imprese per gli utenti. Tanto che rappresentano una forte area critica per “complicazioni burocratiche”.
Ma mentre in altre regioni e in altre aziende sanitarie si viaggia alla velocità della luce, nel Vibonese diventa complicato persino prenotare un ciclo di riabilitazione dopo aver avuto un ictus o un’emorragia cerebrale. Purtroppo, i tempi della burocrazia sono diventati una patologia cronica. Ancora peggio se a complicare le cose ci sono leggi regionali che limitano la ripresa di soggetti gravi. A volte i ritardi possono, infatti, causare forti peggioramenti allo stato di salute.

Francesco, dopo un ictus emorragico e un periodo di ricovero e riabilitazione in un’altra regione, è rientrato a casa con la raccomandazione da parte degli specialisti di non abbandonare il trattamento riabilitativo intensivo, ma nella locale Asp ha dovuto attendere quattro mesi prima di iniziare la sola fisioterapia, compromettendo così i tempi e le modalità di ripresa.

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