Il Dna lasciato in una tazza di caffè usa e getta ripescata nel cestino di un aeroporto americano ha permesso di risolvere un delitto «freddo» da 46 anni. David Sinopoli, 68 anni, è stato arrestato per l’omicidio nel 1975 di Lindy Sue Biechler, allora una sua vicina di casa, grazie a un’esperta di genealogia genetica che ne ha inseguito le tracce attraverso il suo albero genealogico, dalla Lancaster County in Pennsylvania a Gasperina in Calabria e ritorno.
Lindy Sue era stata trovata morta dagli zii in un mare di sangue nel suo appartamento: uccisa con 19 coltellate e violentata. Lo scorso febbraio, su segnalazione di Cece Moore, l'esperta in genealogia genetica, la polizia ha pedinato il suo assassino all’Aeroporto Internazionale di Filadelfia recuperando la tazza con il Dna che lo ha incastrato. Il caso di Sinopoli di aggiunge a un catalogo di altri di alto profilo che negli ultimi anni hanno portato gli investigatori a trovare colpevoli e scagionare innocenti. Solo un mese fa è stata rintracciata «Baby Holly», una donna scomparsa quarant'anni fa dopo l’assassinio dei genitori.
Ma come ha fatto la Moore a ricostruire il puzzle che ha portato all’arresto? Analizzando il Dna trovato nella biancheria intima di Lindy Sue, l’esperta ha ricostruito l’identikit di una persona i cui antenati recenti erano emigrati dall’Italia. Aveva poi scoperto che c'erano circa 2.300 residenti di origini italiane che vivevano nella regione al tempo della morte della donna. Di lì, aveva poi ristretto la campionatura a persone i cui antenati avevano vissuto a Gasperina in provincia di Catanzaro. Sinopoli, uno di questi, era emerso per la prima volta come principale sospetto perchè nel 1975 aveva abitato nello stesso palazzo di Lindy Sue. «Non avevamo mai smesso di indagare», ha detto in conferenza stampa Heather Adams, la procuratrice della contea di Lancaster, annunciando l’arresto e spiegando che senza la genealogia genetica non ce l’avrebbero mai fatta.
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