Avrebbero allestito una banda specializzata in furti di bestiame e attrezzature agricole, con i “colpi” che sarebbero stati messi a segno nel 2014 tra Roccabernarda e alcuni comuni limitrofi dell'entroterra crotonese. Di questo dovranno rispondere, a vario titolo, le dieci persone mandate a processo dal giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Crotone, Michele Ciociola, che ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dal pubblico ministero Alessandro Rho. Per gli imputati, tra i quali figurano il presunto boss di Roccabernarda, Antonio Santo Bagnato, e il collaboratore di giustizia Domenico Iaquinta, il dibattimento inizierà il prossimo 12 ottobre davanti al Tribunale collegiale. Le contestazioni di reato vanno dall’associazione a delinquere al furto, fino alla ricettazione. Il procedimento è scaturito da uno stralcio dell’operazione “Trigarium” (in appello il processo è terminato con 14 condanne) con la quale, il 30 luglio 2018, la Direzione distrettuale antimafia e i carabinieri misero sotto scacco la cosca Bagnato di Roccabernarda. Poi, dalla prosecuzione delle indagini condotte dall’Arma e coordinate dalla Procura di Crotone, emerse l’operatività di una presunta organizzazione, capeggiata dallo stesso Antonio Santo Bagnato, che nel 2014 si sarebbe resa responsabile di furti di bestiame, prodotti e attrezzature agricole ai danni di 13 agricoltori e di tre aziende, tra Roccabernarda e Santa Severina. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro