Saltata la “pax mafiosa” sancita nel 2006 con gli ingenti introiti che garantiva il Centro di accoglienza per migranti di località Sant’Anna in seguito agli arresti scaturiti dall’inchiesta antimafia Jonny, le cosche di Isola di Capo Rizzuto erano pronte a farsi la guerra per il controllo dei traffici illeciti e degli affari illegali legati all’imposizione delle slot machine alle attività commerciali. Da quelle trame criminali prese piede l’operazione Tisifone coordinata dalla Dda di Catanzaro, venuta alla luce il 20 dicembre 2018 con l’esecuzione di 23 fermi da parte dei poliziotti della Squadra mobile di Crotone, che mise all’angolo le nuove leve delle ’ndrine di Isola di Capo Rizzuto, Papanice e Petilia Policastro. Adesso, su quel blitz che ostacolò la riorganizzazione dei clan isolitani, sta per arrivare la parola fine con il terzo grado di giudizio. È infatti in programma per il prossimo 17 novembre l’udienza davanti alla prima sezione penale della Corte di Cassazione.
Alla sbarra ci saranno 18 imputati. Il processo d’appello, il 24 novembre 2020, si concluse con 18 condanne, per circa 135 anni di carcere, ed un’assoluzione.
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