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Cemento e consumo di suolo: maglia nera a Soverato e Tropea

I dati del rapporto annuale del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente. La Calabria ha le percentuali più alte di coperture artificiali nelle aree con vincoli paesaggistici e a elevato rischio sismico

Il consumo di suolo continua a trasformare l’Italia a grande velocità, causando la perdita di importanti servizi ecosistemici: nel 2021 le nuove coperture artificiali hanno occupato circa 19 ettari al giorno, il valore più alto degli ultimi 10 anni. Le percentuali maggiori sono in Lombardia, Veneto e Campania. La Calabria è tra le 7 regioni che hanno avuto incrementi inferiori ai 100 ettari: il suolo consumato nel 2021 è pari a 76.319 ettari (5,06%), dato in linea con gli anni scorsi e al di sotto della media nazionale.
Nelle oltre 400 pagine del Rapporto annuale realizzato dal Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (Snpa) grazie al monitoraggio di Ispra e delle Agenzie regionali, però, ci sono anche altri dati che aiutano ad analizzare il contesto. E a capire in quale direzione vada il continuo logoramento del territorio naturale in una regione che, per esempio, si bea dei suoi «800 km di costa» ma fa finta di non vedere quanto i litorali siano soffocati dal cemento, o come nei decantati «borghi» delle aree interne gli spazi vengano fagocitati da piccoli e grandi abusivismi.
I Comuni che l’anno scorso hanno consumato di più, in termini di ettari, sono Crotone (7,21), Corigliano-Rossano (5,84) e Cassano all'Ionio (5,74). Ma sorprende, e non in positivo, il dato percentuale delle nuove coperture artificiali rispetto al territorio comunale: sul podio, a proposito di coste, ci sono le “perle” dei due mari, ovvero Tropea (35%) e Soverato (27,3%), in mezzo Villa San Giovanni (27,9%).

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