È morto il paziente 80enne che due giorni fa dall’ospedale di Soverato è stato trasferito in ambulanza a quello di Reggio Calabria per essere sottoposto a un intervento chirurgico d’urgenza, in quanto gli era stato diagnosticato un aneurisma dell’aorta fissurato. È il tragico epilogo dell’odissea che l’anziano di Monastarace ha vissuto dopo il suo arrivo al Pronto soccorso dell’ospedale del Basso Ionio dove però non c’erano le condizioni per operarlo e gli anestesisti hanno potuto solo stabilizzarlo. Poi due ricoveri rifiutati, uno al policlinico universitario di Germaneto e l’altro all’ospedale Pugliese-Ciaccio, fino alla risposta favorevole dell’ospedale di Reggio Calabria, giunta mentre si attendeva quella dall’ospedale di Messina, con cui si erano messi in contatto gli operatori sanitari soveratesi.
Una tragica vicenda emblematica di una sanità a pezzi, su cui, però, il direttore dell’Unità operativa complessa di Cardiochirurgia dell’azienda ospedaliera-universitaria Mater Domini, Pasquale Mastroroberto, ha voluto fornire alcune precisazioni che, pur non sottovalutando la gravità di quanto accaduto, tendono a escludere il suo reparto dalle responsabilità per il mancato ricovero del paziente, partendo dalla distinzione, non sempre percepita in modo chiaro, fra chirurgia vascolare e cardiochirurgia.
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