In questi ultimi anni, per una serie di accadimenti straordinari – la pandemia prima e subito dopo la crisi per la guerra tra Russia e Ucraina – la scuola si è trovata, forse come mai prima, a dover fare i conti con una situazione assai complessa, in continua evoluzione. Se da un lato tutto questo ha messo in evidenza i tanti limiti strutturali e organizzativi del sistema scolastico, per converso ha agevolato in pochissimo tempo soluzioni tecnologiche con importanti cambiamenti negli ambienti di apprendimento e nell’organizzazione scolastica. Abbiamo scoperto una scuola che alza lo sguardo e progetta il proprio futuro, punta alla concretezza dei risultati stringendo alleanze con Enti locali e regionali e si candida ad essere Scuola per l’Europa. Questo sarà possibile anche grazie ai finanziamenti europei disponibili per far fronte a carenze e difficoltà che permangono, soprattutto al sud, in primis quelle strutturali. Perciò il Pnrr, Piano nazionale di ripresa e resilienza istruzione, è una boccata d’ossigeno, un’occasione per dare risposte alle comunità scolastiche con finanziamenti mirati che consentono di attuare riforme da tempo necessarie. Tra gli interventi messi in campo per progettare la scuola del futuro arrivano le risorse – 2,1 miliardi di euro a livello nazionale – assegnate al “Piano Scuola 4.0”, la trasformazione, cioè, di aule dedicate alla didattica tradizionale in ambienti innovativi di apprendimento e la creazione di laboratori per le professioni digitali. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro