Nella terra delle incompiute, opere avviate e lasciate morire per decenni, pensare alla conclusione di una strada, di una scala mobile, addirittura, di un teatro, sembra impresa d’altri tempi. E questo è l’unico modo possibile per leggere in chiave positiva ed interpretare con una nota di ottimismo i giorni che precedono la ripresa dei lavori, l’ultima di una lunga serie, attraverso almeno 4/5 amministrazioni comunali, sul cantiere di Moderata Durant.
Una storia così lunga e tormentata prima di arrivare ad alzare il sipario che quasi risulta difficile, ormai, persino individuare precise responsabilità. O se si preferisce, capire chi non sia stato responsabile e non abbia contribuito, in un modo o nell’altro, affinché tali lungaggini si alimentassero nel tempo. Se il primo dramma fosse una tragedia greca, dinanzi all’Aeropago verrebbero chiamati fior di sindaci, burocrati, imprenditori e persino qualche delinquente che ha provveduto nel tempo ad intimidire le ditte con metodi ben noti a queste latitudini.
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