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Lamezia, la sanità ha problemi di "comunicazione": la denuncia del Tribunale del Malato

Il Tribunale per i Diritti del Malato di Lamezia, attraverso la sua delegata Fiore Isabella segnala uno spiacevole episodio che ha visto protagonista una giovane donna nigeriana, in stato di avanzata gravidanza, che cercava di decodificare le indicazioni topologiche di un'operatrice in servizio all'ambulatorio di Ginecologia ed Ostetricia; la stessa è apparsa spazientita e poco incline a rispettare i tempi di apprendimento della giovane africana.

"Archiviata a modo suo la pratica - racconta - l'operatrice si è allontanata e la giovane donna ha potuto avvalersi dalla generosità dei presenti, che le davano indicazioni sul reparto da raggiungere ubicato al terzo piano. Ho socchiuso la porta della sede e ho cercato col mio scolastico Francese di attivare qualche forma di mediazione comunicativa.

Nulla da fare! La signora conosceva l'inglese ed io che l'inglese lo ignoro l'ho rassicurata facendole capire che l'avrei accompagnata al terzo piano che ospita la ginecologia e l'ostetricia. Questo episodio di incomunicabilità segnala due problemi ancora aperti: il deficit di ecologia nella comunicazione in alcuni operatori, per fortuna non in tutti, con i pazienti, in particolare con quelli stranieri; l'assenza di mediatori linguistici negli ospedali per supportare le persone che non conoscono la nostra lingua. Non è tollerabile che una sanità pubblica e del diritto alla salute, come vorrebbe essere la nostra, possa consentire che prevalga l'ideologia della normalità come media entro la quale sopra stanno i più bravi e fortunati e sotto chi parla una lingua diversa e non conosce la nostra.  Gli ospedali normali dovrebbero accettare tutti i pazienti non perché parlano la stessa lingua ma proprio perché ne parlano tante e diverse.

Non mi aspettavo, questa mattina, che un operatore sanitario si trasformasse in un facilitatore della comunicazione anche se chi conosce la funzione dei catalizzatori o “enzimi” in biologia sa perfettamente che sono proprio questi ad aiutare le molecole dell'individuo a muoversi nella giusta direzione e a mescolarsi correttamente con altre molecole in modo da produrre strutture vitali. Un esempio forse troppo banale ma sufficiente per far intendere che i facilitatori servono alla biologia come servono alla comunicazione. Questa mattina, l'operatrice sanitaria non ha saputo essere di aiuto alla comunicazione e fino a quando non sarà in grado di esserlo, episodi come quello sopra descritto temo che si moltiplicheranno, allontanando sempre di più l'utopia di vedere l'ecologia incollata indissolubilmente alla comunicazione Umana".

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