«Con l'università, con i pazzi, vedi tu, devi trovare un sistema per fare soldi». Le intercettazioni contenute nelle carte dell’inchiesta della Procura di Catanzaro sul sedicente Stato teocratico antartico di San Giorgio svelano, a parere degli inquirenti, i tentativi degli indagati di aumentare le entrate nelle casse della fantomatica nazione del Polo Sud. Tra i progetti messi in campo c’era anche quello di creare un'università dello Stato di San Giorgio, la finalità, annotano gli inquirenti, sarebbe stata quella di «aumentare il numero di possibili prede da truffare». Emerge che i vertici dello stato teocratico erano riusciti a stringere contatti con il mondo accademico italiano, aprendo addirittura un canale di comunicazione con l’Università della Calabria per aprire un corso sulla lingua dei segni.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori della Digos di Catanzaro nell’aprile del 2021 si tenne una riunione proprio nel capoluogo calabrese durante la quale sarebbe stato presentato ai “sangiorgesi” il progetto di un ateneo telematico. A presentarlo sarebbe stata la cosentina Lorella Cofone che ricopriva l’incarico di presidente del senato dello Stato antartico. Secondo quanto scrive la Procura nella sua richiesta la Cofone avrebbe svolto «un ruolo di coordinamento tra tutti gli associati a delinquere rapportandosi costantemente sia con i membri del nucleo catanzarese e cosentino sia con i referenti delle altre parti d'Italia interfacciandosi costantemente con il capo dell'organizzazione Damiano Bonventre. Partecipa – si legge ancora nella richiesta della Procura – a tutte le decisioni più importanti dell'associazione, dalla scelta del prezzo delle cittadinanze a quella di aprire un'università e un ordine dei medici per aumentare il numero di possibili “prede” da truffare, fino a interessarsi del riciclaggio del denaro provento dei delitti sui fondi maltesi dell'organizzazione. La Cofone – concludono i pm – è pienamente consapevole dell'illiceità dell'associazione e delle sue finalità delinquenziali».
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