"Il processo Rinascita Scott rischia ad oggi di impantanarsi nei meandri dei cavilli giudiziari, con il rischio concreto della decorrenza dei termini massimi di detenzione preventiva, che scadono a dicembre 2023". La denuncia arriva da Pino Masciari, che continua:
"Infatti a colpi di richieste di astensione da parte dei giudici, rigettate dal Tribunale di Vibo Valentia e dalla Corte d’appello di Catanzaro, atti di ricusazione inoltrate dagli imputati e provvedimento di stralci annunciati in aula, c’è il rischio concreto che il processo si areni e si arrivi alla scarcerazione degli imputati e addirittura alla nullità degli atti processuali. Anni di lavoro della DDA di Catanzaro e del Procuratore Gratteri potrebbero andare in fumo per una catena di errori procedurali".
"Non spetta a me giudicare eventuali sbagli e responsabilità - aggiunge Masciari - ma su questo pasticcio giudiziario una riflessione è necessaria. A chi gioverebbe tutto questo se non alla malavita che vedrebbe affermata la sua impunità? Loro continuano a farla franca, nei loro confronti siamo garantisti fino in fondo, proteggiamo ogni singolo atto… io che ho denunciato e ho fornito prove concrete e tangibili che hanno permesso di arrestare i principali boss calabresi, dopo più di trent’anni dalle prime denunce, ancora devo lottare per avere l’esecuzione delle sentenze a mio favore e il riconoscimento dei diritti primari: la libertà, il lavoro, la possibilità di vivere nella mia terra… è questa la giustizia che vogliamo?
O meglio: si può chiamare 'Giustizia' questa? È ora di dire basta con forza, ma tutti insieme!"
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