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Tirocinanti, l’esercito dei mille vibonesi: luci e ombre di una proroga che divide

Il disco verde allo stanziamento dei fondi per i Tis riaccende il dibattito sullo stato dei lavoratori. I precari resteranno in servizio negli Enti per altri dodici mesi ma senza tutele. L’avviso dei sindacati di categoria: «Mancano prospettive, così si allunga l’agonia»

Forse in maniera inaspettata, alla fine, e a ridosso del termine di scadenza del percorso formativo, anche per il lavoratori precari vibonesi inseriti nei Tirocini di inclusione sociale (Tis) – circa mille in tutta la provincia, quasi 4mila in tutta la regione – è arrivata la proroga di un altro anno. Una scelta, quella della Regione, che in parte risponde anche alle pressioni che lungo questi mesi erano arrivati proprio dai lavoratori precari, che chiedevano risposte certe sul loro futuro occupazionale.
I tirocinanti, infatti, lavoratori per lo più provenienti dalla ex mobilità in deroga, ma anche disoccupati di lungo corso, negli ultimi anni sono riusciti in qualche modo a prestare la loro attività attraverso i vari tirocini formativi attivati presso gli enti pubblici e privati, i ministeri della Giustizia, dell’Istruzione e dei Beni culturali, e di rinnovo in rinnovo, hanno trovato un minimo di sostentamento, nella difficoltà oggettiva di trovare una occupazione stabile.
Ma questa nuova proroga, se da una parte è stata accolta con un sospiro di sollievo da parte dei lavoratori, per alcuni si è trattato dell’ennesima scelta fatta per non scegliere. Con un sapore anche elettoralistico.

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