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Isola Capo Rizzuto, false fatture all'ombra della cosca Arena: il ruolo dei contabili

Nuovi dettagli dall'inchiesta della Dda di Brescia sulle società cartiere nella Bergamasca. Commercialisti accusati di compiacenza verso gli uomini del clan

«Questo ti fa fare i soldi nel senso, sa tutti gli escamotage che sanno se li tengono per loro giustamente… lo sai quante aziende fa?». Il presunto giro di false fatture per 20 milioni di euro attraverso società cartiere messo in piedi nella Bergamasca da un gruppo criminale contiguo alla cosca Arena di Isola di Capo Rizzuto, sarebbe stato possibile grazie ad una rete di commercialisti compiacenti che avrebbe svolto un «ruolo fondamentale nella organizzazione delle frodi». Lo ha scoperto la Procura antimafia di Brescia con l’inchiesta venuta alla luce lo scorso lunedì con l’esecuzione di 33 arresti, per un totale di 66 indagati, oltre al sequestro di 6,5 milioni di euro, nell'ambito di un’operazione condotta da Finanza e Carabinieri tra Lombardia e Calabria. Sotto la lente degli inquirenti è finito lo studio di commercialisti, Cogede di Milano, facente capo a Guido Tonarelli per il quale sono scattate le manette nel blitz del 5 settembre.

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