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Vibo, il “caro energia” travolge anche gli Enti locali. "Senza un aiuto rischiano di saltare i servizi"

In Provincia per il solo stabile che ospita gli uffici costi lievitati da 6mila a 17mila euro. E ora con la riapertura delle scuole tra luce e gas "il pericolo è di sforare di 800mila euro"

La sede della Provincia di Vibo Valentia

Ci sono aziende che hanno annunciato di chiudere e tante che le saracinesche le hanno da tempo abbassate. C’è chi ha già sospeso i dipendenti, chi ha avviato le procedure per la cassa integrazione. Da un settore all’altro, senza differenze, e che a ruota si ripercuote sulle famiglie. Perché lì dove c’è un ristoratore che non ce la fa più, c’è una famiglia che, al mattino, deve scegliere se pagare le tasse o fare la spesa.
Una catena, ormai usurata, che si sta spezzando. Sotto il peso della crisi economica, della pandemia e, ora, del caro energia. Ma la medaglia ha sempre due facce e se imprese e famiglie non reggono più, a correre su quel precario filo ci sono anche gli Enti locali. Lì dove le casse sono vuote ormai da tempo. Sull’orlo del baratro. Come nel caso degli Enti vibonesi che lottano da tempo per evitare di sprofondare in un secondo dissesto.
Il caro energia, però, ora chiama tutti. Nessuno escluso. E, in questo caso, è di servizi che si parla. Perché c’è l’illuminazione, ci sono le scuole a cui garantire luce e gas, ci sono appalti, lavori e forniture; con rincari che si rincorrono e bilanci che ad oggi non ne hanno tenuto conto.

Bolletta triplicata

E se al Nord diversi sindaci hanno iniziato ad interrogarsi su un futuro che fa paura, qui si sta ancora cercando di capire quanto questa valanga possa travolgere davvero tutti. Ci saranno aiuti dello Stato? I prezzi finalmente scenderanno? Tante domande, ma ad oggi poche risposte.  Per rendere l’idea il presidente Salvatore Solano “mostra” la bolletta recapitata per il palazzo provinciale: «Siamo passati da una spesa di 6mila euro ad una di 17mila euro». Numeri chiari, dunque, e che adesso con la riapertura delle scuole aprono scenari ancora più complessi: se, infatti, l’anno scorso la spesa ammontava a circa 500mila euro «se adesso dovesse raddoppiare, avremmo difficoltà a sostenere una spesa del genere».

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