Catanzaro, Crotone, Vibo

Lunedì 29 Aprile 2024

Catanzaro, giudice indagato dalla Procura: avrà diritto al risarcimento

«La norma è costituzionalmente illegittima nella parte in cui non prevede il risarcimento dei danni non patrimoniali da lesione di diritti inviolabili della persona anche diversi dalla libertà personale». In pratica il risarcimento del danno potrà andare non solo ai cittadini che abbiano subito un’ingiusta detenzione ma anche per chi pur non essendo stato sottoposto a misura cautelare sia stato indagato o perquisito. Naturalmente deve essere prima dimostrata la «negligenza inescusabile» del magistrato che ha condotto le indagini. È destinata a far discutere l’ultima sentenza della Corte costituzionale chiamato a pronunciarsi su un caso che ha avuto la sua genesi sull’asse Catanzaro Reggio Calabria. Era il 2004 quando la Procura della Repubblica di Catanzaro dispose la perquisizione della casa del giudice P.A.B. nato a Reggio Calabria e in servizio all’epoca in Cassazione. Per i pm catanzaresi il magistrato avrebbe cercato di “aggiustare” un processo davanti ai giudici della Suprema Corte che vedeva imputato un politico reggino finito sotto la lente della Dda di Catanzaro. Da qui l’accusa a P.A.B. di concorso esterno in associazione mafiosa. Il fatto ebbe molta eco sui media, ma P.A.B. non riuscì mai a farsi interrogare dai pm catanzaresi per fornire la sua versioine dei fatti contestati. Due anni dopo però il Tribunale di Roma, cui il fascicolo era stato trasmesso per competenza territoriale, archiviò tutte le accuse a carico del giudice reggino. Cadute tutte le accuse, P.A.B. agì per il risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali davanti al Tribunale ordinario di Salerno. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro

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