Ristoranti, bar, paninoteche, è allarme personale. Le attività continuano a faticare nel trovare nuove figure professionali. Fatto sta che molti imprenditori del settore non riescono a coprire i turni dell’intera giornata e sono costretti a tenere le loro attività chiuse a pranzo. «Ad influire è soprattutto il reddito di cittadinanza, ma solo – spiega Biagio Amendola titolare di un’importante ristorante del litorale – ma anche la mancanza di personale qualificato. Ho formato una cameriera e un pizzaiolo e me li tengo cari, ma lo chef – aggiunge – non sono riuscito a trovarlo». Secondo il ristoratore «lo Stato dovrebbe dare il reddito di cittadinanza alle imprese per metterle nelle condizioni di assumere e poi integrare la rimanente somma in modo da garantire al lavoratore un congruo stipendio». Respinte al mittente le accuse di stipendi da fame o di lavoro in nero. «I miei dipendenti sono assicurati – afferma l’imprenditore – e sono pagati per le ore in cui effettivamente lavorano». Il problema viene confermato un po’ da tutta la categoria che non riesce a puntare su uno staff fisso. «Le defezioni – commenta Luigi titolare di un ristorante – avvengono soprattutto in alta stagione, quando è davvero difficile reperire manodopera, ma il problema si sta cronicizzando. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro