Lo zibibbo, “l'oro giallo” di Pizzo rischia di scomparire: restano poche vigne e a pesare ulteriormente adesso sono i costi energetici e delle materie prime che si aggiungono alla già gravosa difficoltà di gestire le colture tra pedoclima e cinghiali da allontanare dai terrazzamenti.
Lo zibibbo ha una storia legata al patrimonio culturale e tradizionale, che ben si coniuga anche all'identità popolare, frutto di un retaggio che affonda nei secoli. Gli acini di uva bianca al riverbero del sole si trasformano in oro e crescono rigogliosi soltanto sui terrazzamenti esposti alla brezza marina e sono ideali dunque quelli napitini. Per cercare di salvaguardarne la tutela e valorizzarlo, nel 2016 il Comune aveva stretto un accordo con Slow food ma di quel presidio si è persa la traccia.
Le peculiarità dello zibibbo sono note a tutti i napitini e proprio in questo periodo non può mancare sulla tavola; come frutta o come vino. Un prodotto unico che nei tempi ha movimentato anche l’economia locale. Ma oggi il meccanismo rischia di incepparsi.
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