Due condanne e un'assoluzione, questa la richiesta del pm Veronica Calcagno al termine della sua requisitoria nel processo con rito abbreviato scaturito da uno stralcio dell’operazione antimafia Borderland. In particolare il sostituto procuratore ha chiesto la condanna per i due collaboratori di giustizia Domenico Iaquinta (difeso dall’avvocato Manfredo Fiormonti) e Tommaso Rosa (difeso dall’avvocato Simona Celebre), rispettivamente a 8 mesi e 9 mesi di reclusione, mentre ha chiesto l’assoluzione per il testimone di giustizia Domenico Suppa, difeso dall’avvocato Giovanna Fronte. Il 4 novembre si tornerà in aula per le arringhe difensive e la sentenza del gup.
L’inchiesta della Dda di Catanzaro coordinata da Nicola Gratteri ha fatto luce sulle assunzioni fasulle di lavoratori per ottenere dall’Inps l’indennità di malattia o di disoccupazione in caso di licenziamento attraverso un’associazione a delinquere di cui avrebbero fatto parte alcuni esponenti della cosca Trapasso. Nel marzo del 2021 un’operazione congiunta di Guardia di Finanza e Squadra Mobile portò al sequestro di beni per 750mila euro. Il sistema fraudolento si incentrava nel falso reclutamento di personale nelle società della famiglia Trapasso, controllate e gestite in particolare da Pierpaolo Caloiro, considerato uomo di fiducia del clan, con il compito di gestire insieme all’imprenditore Antonio Gallo (arrestato nell’inchiesta Basso Profilo) i villaggi turistici sulla costa jonica catanzarese.
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