Catanzaro, Crotone, Vibo

Martedì 26 Novembre 2024

I rifiuti bruciati con le biomasse a Cutro: la Dda farà analizzare i materiali

La centrale a biomasse di Cutro

Scatta l’ora delle verifiche tecniche nell’inchiesta “Ndrangheta di Mesoraca” coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. Il sostituto procuratore Paolo Sirleo, titolare del fascicolo che vede indagate 111 persone, ha deciso di affidarsi ad un consulente per «analizzare – si legge nella documentazione redatta dal pm – il materiale in ingresso e in uscita dalla centrale a biomasse Serravalle Energy di Cutro», in quanto sono necessarie «specifiche competenze». E la scelta è ricaduta sul perito Giampaolo Sommaruga che dovrà eseguire «accertamenti irripetibili» nell’impianto che dal 2015 è gestito dalla famiglia Serravalle. Alla base delle verifiche, c’è quanto contenuto nel capitolo più corposo dell’operazione dei carabinieri che, lo scorso 3 ottobre, ha smantellato il clan di Mesoraca capeggiato dal boss Mario Donato Ferrazzo, detto “Topolino”. Tra le carte d’indagine, figurano le modalità, ritenute fraudolente, con le quali la centrale a biomasse Serravalle Energy di Cutro avrebbe lavorato la legna per produrre energia. Per gli inquirenti il cippato, ricavato dal taglio indiscriminato dei boschi della Sila, veniva bruciato insieme a rifiuti di ogni genere: dalla plastica al cemento fino al catrame. E il tutto, sarebbe avvenuto con la presunta compiacenza di agronomi, operatori e funzionari dell’impresa, ai quali spettava il compito di certificare la qualità del prodotto conferito e della regolarità della documentazione di accompagnamento. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria

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