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Violenza a Vibo, diciottenne in ospedale dopo un pestaggio

Il capoluogo continua ad essere palcoscenico di risse e gravi fatti di sangue che vedono sempre più spesso protagonisti ragazzi

Un copione già scritto, un film già visto. Piazza Martiri d’Ungheria, o come la chiamano tutti, piazza Municipio. Ore 14. L’orario giusto, il solito orario, per dare sfogo alla violenza. Un gruppetto di ragazzi, tutti maggiorenni, gli aggressori. Un ragazzo, figlio di un poliziotto, la vittima. Finito in ospedale, con sette giorni di prognosi. Aggredito da tre coetanei – a quanto pare un diverbio iniziato di sabato e “concluso” ieri – che sarebbero stati già identificati e denunciati dalla Mobile. Poteva andare peggio, sì. Poteva anche andare meglio. Ma la trama è quella nel capoluogo, in cui la linea si è spezzata da tempo. In cui tra un convegno sul bullismo, una manifestazione sulla pace, si insinua la vita reale, in cui la violenza è protagonista. Quella in piazza. A volte per uno sguardo di troppo, a volte per una precedenza negata. A volte senza neanche un motivo.
Nella terra in cui ci sono maxi inchieste a delineare i contorni di un contesto malato. Ma basta guardarsi intorno, affacciarsi dalla finestra. Fermarsi un attimo tra i giovani, tra le pagine di cronaca che negli ultimi mesi sono state fitte. Una banda che ha preso a sprangate un quindicenne, un gruppetto che ha preso a calci e pugni una coppietta uscita dalla pizzeria alle 13,30. Un giovane ferito con arma da fuoco lasciato sanguinante sulla strada, con le auto a fare lo slalom. Un poliziotto trascinato da un’auto guidata da un giovane che non si era fermato al posto di blocco. Le ultime notizie di cronaca.

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