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Le mani dei clan sul Centro migranti di Isola Capo Rizzuto, parola alla Cassazione

Fissata l’udienza per 56 imputati

Leonardo Sacco

Sta per essere scritta la parola fine per il troncone processuale celebrato col rito abbreviato nato dalla maxi inchiesta Jonny coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, che nel 2017 recise i tentacoli che la cosca federata Arena-Nicoscia di Isola Capo Rizzuto, avevano allungato sul Centro d’accoglienza per migranti di Sant’Anna. Il 18 gennaio 2023, dovranno comparire davanti alla prima sezione penale della Cassazione i 56 imputati che il 9 giugno 2021 furono condannati dalla Corte d’Appello di Catanzaro (invece deve ancora definirsi il procedimento di rito ordinario).
In secondo grado, come si ricorderà, tra le 62 condanne spiccarono tra le pene più alte quelle inflitte (20 anni di carcere) a Leonardo Sacco, l’ex governatore della Misericordia di Isola Capo Rizzuto, Angelo Muraca e Fernando Poerio. Così come i 16 anni e 2 mesi di reclusione decisi per Paolo Lentini, ritenuto dagli inquirenti il reggente del clan dopo gli arresti dei capi. Secondo i giudici di secondo grado, che confermarono l’impianto accusatorio della Procura antimafia, la Misericordia di isola Capo Rizzuto, nel gestire il Cara, aveva «svolto il ruolo di collettore» di risorse pubbliche per convogliarle, in parte, «verso le casse» della cosca Arena-Nicoscia.

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