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Caminia di Stalettì, sei ricorsi «infondati» respinti dal Consiglio di Stato

Le abitazioni abusive sequestrate dalla Procura

L’area sgomberata nella baia di Caminia, a Stalettì

Si allunga la scia di ricorsi rigettati agli occupanti di Caminia, per i quali si affievoliscono sempre di più le possibilità di salvare le abitazioni sequestrate dalla Procura della Repubblica di Catanzaro nel mese di dicembre del 2020. Sono sei le sentenze emesse dal Consiglio di Stato per altrettanti ricorsi con cui i proprietari hanno tentato di appigliarsi a una vecchia diatriba sulla titolarità del terreno per lungo tempo rivendicato come di proprietà comunale e poi riconosciuto come di natura demaniale. Un fattore questo che per i giudici cambia poco: alla base del rigetto dei ricorsi continua infatti a essere sottolineata «la natura pubblicistica dell’area» e la «mancanza di un titolo per costruire». I giudici escludono che il bando con cui il Comune negli anni ‘60 aveva invitato gli abitanti stalettesi a occupare i terreni della frazione marina, possa in qualche modo essere considerato un titolo abilitativo. Tutti elementi che il Consiglio di Stato bolla come «infondati» confermando l’orientamento espresso per altri ricorsi che hanno portato alla demolizione dei primi manufatti.

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