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Degrado ambientale e sociale a Lamezia, quartieri popolari off-limits

Ciampa di cavallo e San Pietro Lametino sono due realtà disagiate

Le palazzine popolari di “Ciampa di Cavallo” a Lamezia Terme

“Ciampa di cavallo” e San Pietro Lametino, sono i due principali quartieri off limits della città, di una Lamezia borderline che in queste due specifiche zone cambia volto diventando “terra di nessuno”. Due aree urbane sempre a rischio per quanto riguarda l’ordine pubblico e l’illegalità diffusa che da sempre caratterizzano i due popolosi rioni. Ma c’è un’altra problematica altrettanto seria e preoccupante, la sicurezza degli alloggi, la maggior parte dei quali popolari in quanto costruiti dall’Aterp, purtroppo, in condizioni strutturali a dir poco precarie.
I riflettori si accendono su queste due realtà emblematiche del degrado ambientale, urbano e sociale, dopo la tragedia di via Caduti 16 marzo 1978 a Catanzaro. Il rogo che ha ucciso alcuni componenti della famiglia Corasoniti, ferendone gravemente altri, è rimbalzato su tutte le testate nazionali. Il dramma di una famiglia che viveva nel disagio e tra mille problematiche ha scosso le coscienze; anche perché le tante grida d’aiuto, i tanti appelli lanciati alle istituzioni dai coniugi Corasoniti sono sempre caduti nel vuoto. Parole volate nel vento, rimaste inascoltate, e poi finite per bruciare nell’orrore delle fiamme. Ci si chiede, dunque, quale sia la reale situazione degli edifici a “Ciampa di cavallo” e San Pietro Lametino dove regna l’anarchia per quanto riguarda l’impiantistica e gli allacci di acqua e corrente. I due rioni sono la nostra Scampia, il nostro Zen, la nostra Tor Bella Monaca.

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