Dici ex zuccherificio, dici degrado, abbandono, fallimento di progetti e piani che si erano pensati e pianificati. Un simulacro industriale che sorge accanto alla stazione centrale a Sant’Eufemia, snodo nevralgico di traffico ferroviario da sud a nord dell’Itali ,a pochi metri dallo scalo aeroportuale e dall’uscita dell’autostrada. In un luogo degno ben altri investimenti e infrastrutture come a ben ragione l’intera comunità di Sant’Eufemia e non solo. Nulla si è mosso e nulla si muove. E, dire che era l’orgoglio e la fonte di reddito per tante famiglie. Un vanto di avere nella Piana lametina un insediamento che ha dato lavoro, per circa venti anni, a 600 tra operai e impiegati. Lavoratori che riuscivano a realizzare ogni giorno ventimila quintali di bietole. Inaugurato nel 1941 dall’allora ministro dell’Agricoltura Giuseppe Tassinari, terminò ogni sua attività nel 1960. Ed ora un accumulo di immondizia e degrado in un punto strategico del territorio che potrebbe trovare uno sbocco progettuale di innovazione e transizione ecologica serio e concreto con i fondi del Piano di ricostruzione e resilienza in grado di offrire sviluppo, occupazione e servizi logistici all’intero comprensorio. Ci si augurava che l’annuncio dei fondi del Pnrr potesse in qualche modo essere una buona occasione per inserire in qualche azione progettuale anche la riconversione dell‘ex zuccherificio. Ma nei fondi del Pnrr non vi è traccia di questo simulacro. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro