«Il ricorso deve essere dichiarato improcedibile». Così il Consiglio di Stato, nel parere definitivo fornito al ministero della Transizione ecologica, s’è espresso sul ricorso straordinario che Eni Rewind ha presentato al Presidente della Repubblica per ottenere l’annullamento del decreto ministeriale che, il 3 marzo 2020, approvò il Progetto operativo di bonifica Fase 2. Decreto che obbliga il Cane a sei zampe a smaltire lontano dai confini calabresi le scorie presenti nelle due discariche fronte mare da bonificare, ricomprese nel Sito di interesse nazionale di Crotone-Cassano-Cerchiara. «Il ricorso – spiega il collegio presieduto da Mario Luigi Torsello - è divenuto improcedibile poiché gli atti impugnati sono stati superati e assorbiti da un “nuovo segmento procedimentale”». Il riferimento è ai due nuovi progetti di bonifica (da un lato c’è la messa in sicurezza permanente della discarica a mare ex Fosfotec, dall’altro la realizzazione di un impianto di servizio nel sito ex Pertusola dove conferire oltre 70 mila metri cubi di rifiuti) proposti dalla multinazionale che, com’è noto, è subentrata a Syndial nella proprietà delle aree industriali dismesse. E sulla praticabilità di entrambe le ipotesi, pende un contenzioso al Tar di Catanzaro. Il quale, dovrà pronunciarsi sulla richiesta di annullamento dei pareri resi da Regione, Provincia e Comune che, nell’ambito della Conferenza dei servizi preliminare, il 23 settembre 2021 bocciarono la proposta di Eni Rewind di conferire “in loco” il Tenorm e l’amianto presenti nella discarica fronte mare ex Fosfotec. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro