Pochi medici, con turni di lavoro difficili e carichi troppo pesanti. Nei giorni scorsi il malore di un sanitario in servizio. Così come ogni giorno la storia che si ripete, è quella in cui i pazienti sono costretti a sostare per ore prima di essere visitati, o costretti a sostare per giorni prima di un vero e proprio ricovero in reparto: è il Pronto soccorso dello Jazzolino, da settimane al centro del ciclone e della cronaca, per il quale si tenta, non senza difficoltà, di ricercare soluzioni idonee per farlo uscire dal pantano in cui si trova.
Ieri, dunque, l’ennesima riunione tra le forze sociali di categoria e i vertici dell’Asp, con in testa il commissario straordinario Giuseppe Giuliano, per ricomporre i pezzi di un puzzle sanitario locale che sembra non ricomporsi più. A giorni, da quanto si è potuto apprendere, dall’Asp verrà ufficializzata la delibera con la quale si autorizzeranno le prestazioni aggiuntive per i medici, cosa che dovrebbe garantire almeno 8 medici in più al Pronto soccorso, e che quindi dovrebbe allentare la pressione nel punto più nevralgico del nosocomio cittadino.
Ma proprio dalle parti sociali, ed in particolare dalla Fp Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl e Nursind, con una nota congiunta, arriva una proposta che sembra andare verso una chiara direzione: «Una riorganizzazione generale» all’interno dello Jazzolino. In particolare, secondo il parere dei segretari provinciali Luciano Contartese, Antonino D’Aloi, Domenico Pafumi e Domenico La Bella, «i due problemi principali sarebbero proprio la mancanza dei reparti aperti e la mancanza di personale Oss idoneo e qualificato, che possano prendere in cura i pazienti che giungono al Pronto soccorso cittadino», risparmiando così code e tempi d’attesa infiniti.
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