Pesce «di pregio» ricevuto da un imprenditore per ricambiare la mancata irrogazione delle sanzioni alla propria azienda navale. Ma anche omesse contestazioni di violazioni della normativa sulla sicurezza sui luoghi di lavoro a beneficio di una ditta edile. È il presunto giro di favori messo in piedi, nel 2021, da alcuni ispettori dello Spisal dell’Azienda sanitaria provinciale di Crotone scoperto da Procura e carabinieri nell’ambito di un’inchiesta che ha portato all’esecuzione di due misure cautelari. Sei le persone iscritte nel registro degli indagati. Si tratta di cinque addetti del Servizio prevenzione igiene sicurezza ambienti di lavoro: Antonio Aloe (66 anni, di Cirò Marina); Giacomo Bruno, detto Jimmy (56, Crotone); Antonio Frontera (56, Crotone); Francesco Tilelli (68, Strongoli); e Lorenzo Rocca (44, Crotone). Per Rocca e Bruno, il gip del Tribunale di Crotone, Michele Ciociola, ha disposto la misura della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio. Ma sotto accusa è finito anche l’imprenditore Elio Balzano, crotonese di 40 anni, titolare della società navale “Porto Vecchio Service”. Gli indagati devono rispondere, a vario titolo, dei reati di corruzione in atti giudiziari, abuso d’ufficio, falso ideologico e rifiuto di atti d’ufficio. L’operazione è una costola del troncone investigativo che nel 2021 smantellò il cosiddetto “Sistema Petilia”. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria