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L'odissea di Massimiliano: a Vibo soltanto disagi e difficoltà per i disabili

«In città discriminazioni e ostacoli limitano la mobilità»

Simona Iannello e Massimo Marchese

Non è la prima volta che Massimiliano Marchese si racconta e non è la prima volta che mette a nudo i problemi legati alla disabilità.
E infatti, non sono pochi i cittadini che quotidianamente devono affrontare barriere fisiche e culturali che rendono complesse anche le azioni più semplici. Siano adulti, minori o anziani, le persone affette da disabilità devono organizzare la propria giornata tenendo conto della ridotta capacità d’interazione con l’ambiente sociale.
Quella di Massimiliano è la storia di un “guerriero” che non si è mai arreso, di un giovane che lotta da sempre per vedere riconosciuti i suoi diritti e quelli di chi, come lui, nella vita non ha avuto fortuna. Le parole d’ordine dovrebbero essere: autonomia, uguaglianza, accessibilità e invece non ci sono che difficoltà e disagi. «La prima discriminazione – ha spiegato più volte il giovane – è legata agli ostacoli, quindi, mancanza di rampe, scale, soste in doppia o tripla fila, che non permettono a chiunque la normale mobilità, ma in particolare a coloro che, per qualsiasi causa, hanno una capacità motoria ridotta o impedita, temporaneamente o permanentemente».

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