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Crotone, l’inchiesta della Procura sullo Spisal. Interdizione confermata per Bruno

Tra i sei finiti sotto accusa ci sono cinque ispettori e un imprenditore

Anche per l’ispettore dello Spisal dell’Asp di Crotone, Giacomo Bruno, detto Jimmy, è stata confermata la sospensione dal pubblico ufficio disposta nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Crotone a carico di sei persone, sui presunti favori che nel 2021 il Servizio prevenzione igiene sicurezza ambienti di lavoro avrebbe concesso alle imprese. Il giudice delle indagini preliminari, Michele Ciociola, ha rigettato la richiesta avanzata dalla difesa di Bruno di revoca della misura cautelare. In precedenza, il gip aveva ribadito il medesimo provvedimento restrittivo pure per l’altro addetto dello Spisal, Lorenzo Rocca, raggiunto dall’interdizione dal servizio. Bruno, che deve rispondere di corruzione in atti giudiziari, falso ideologico, rifiuto di atti d’ufficio e abuso d’ufficio, avrebbe ricevuto in regalo una cassetta di pesce (così come il suo collega Francesco Tilelli, anche lui finito sotto accusa) da parte dell’imprenditore Elio Balzano per aver chiuso un occhio negli accertamenti nell’azienda nautica “Porto Vecchio Service”. «S’è trattato di un regalo che nulla aveva avuto a che fare con i controlli», s’era difeso l’ispettore nel corso dell’interrogatorio di garanzia. Al contrario, il pm Alessandro Rho ed i carabinieri ritengono che il pesce «di pregio» sia stato dato ai due addetti dello Spisal per aver «archiviato la pratica» che gravava sull’azienda di Balzano «senza irrogare alcuna sanzione» per il mancato rispetto della norme sulla sicurezza sul lavoro. Anche perché, dopo ulteriori verifiche eseguite dai carabinieri del Nucleo ispettorato del lavoro, emersero tre «palesi violazioni».

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