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Multiservizi e risarcimenti stradali a Lamezia: “Così è iniziata la crisi della società”

L’amministratore unico Bevivino ripercorre la gestione della società in house del Comune. In pochi anni si è creato un «buco» da tre milioni di euro. Nel 2016 nominato un solo legale per fare fronte a 300 cause

«Il percorso di risanamento della Lamezia Multiservizi, culminato nel concordato avviato a novembre 2018, risale all’avvio della prima legislatura Mascaro, che ha ereditato una società sostanzialmente al collasso, piena di debiti, i più rilevanti dei quali verso fornitori, l’erario, i dipendenti e con un ingente credito nei confronti del socio committente (il Comune di Lamezia) di oltre 12 milioni di euro».
A mettere nero su bianco sulla gestione della Multiservizi è l’amministratore unico della società Eliseo Bevivino, dirigente di lungo corso della partecipata comunale, che ha ricoperto l’incarico fin dalla nascita della Multiservizi all’epoca della sindaca Doris Lo Moro. In particolare, l’ingegnere Bevivino ripercorre la “travagliata” storia della società, in particolare, sul «discutibile comportamento dell’allora amministrazione Speranza che aveva scaricato sulla società oneri impropri e provocato innumerevoli contenziosi tali da concorrere a provocare il successivo stato di crisi». Bevivino si riferisce in particolare alla questione dei risarcimenti stradali: l’allora amministrazione di centrosinistra delegò alla Multiservizi la manutenzione delle strade, per cui la società si vide arrivare centinaia di richieste di rimborso che provocando un buco di 3 milioni di euro, così come spiegato dallo stesso Bevivino. «L’allora presidente Fernando Miletta – spiega l’amministratore unico – affidò l’incarico (2016/2017) a un solo legale lametino che alla data dell’11 novembre 2018 vantava un credito elevato, conseguente alla notevole attività svolta, essendosi trattato di circa 300 cause in primo grado di giudizio ed in appello, per prestazioni di difesa della Multiservizi per la nota questione dei risarcimenti stradali. Sarebbe lungo soffermarsi su questa vicenda ma, come documentabile, è stata causata dal discutibile comportamento dell’amministrazione Speranza che aveva scaricato sulla società oneri impropri e provocato innumerevoli contenziosi tali da concorrere a provocare il successivo stato di crisi. La gestione di questa problematica è infatti costata alla società ben 3 milioni di euro».

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