Ci sono le promesse, gli annunci, le prime pietre. L’attesa quasi ventennale di un nuovo ospedale che nel Vibonese significa restituire il diritto alle salute. Perché c’era e c’è l’ospedale Jazzolino. Ieri, come oggi. Ma è lì, inerme, fatiscente, con poco personale, a raccontare, ormai come fosse una “procedura” ordinaria”, storie di rassegnazione e violenza. Un presidio di... frontiera, l’ha definito qualcuno. Ci sono i sanitari che fanno turni massacranti e che dopo l’ennesima aggressione – come nel caso dei medici del Pronto soccorso – nelle scorse settimane hanno minacciato di dimettersi. Hanno avuto rassicurazioni, e sono rimasti lì tra le mura crepate dello Jazzolino. Di misure, però, non sembra ne siano prese, mentre la certezza è che la violenza è tornata a farsi spazio tra i reparti.
Venerdì, infatti, si è dovuto registrare l’ennesimo episodio ai danni della dottoressa Tiziana Sacco (nefrologa) e dell’anestesista Antonio Loiacono. Dopo ore di attesa al Pronto soccorso un 48enne è stato dializzato (arrivato in gravi condizioni) ed è successivamente deceduto. Appresa la notizia i parenti della vittima si sono recati allo Jazzolino ed hanno malmenato con una stampella i due medici, i quali hanno riportato contusioni multiple. Il 48enne del capoluogo si era recato al Pronto soccorso in tarda mattinata e dopo le 18 era stato affidato alle cure dei dottori Sacco e Loiacono. Alle 22 circa, dopo ore di duro lavoro da parte dei sanitari, è spirato.
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