Giro di escort nel Catanzarese, in sei rischiano il processo

Il fiorente business della prostituzione nell’hinterland catanzarese sarebbe stato in mano a un nucleo familiare. Ora però i fratelli Antonio 38 anni, di Catanzaro e Luigi Santoro, 34 anni, di Catanzaro, sua moglie Giuseppina Macrillò, 39 anni, di Catanzaro, assieme a Giuseppe Migliazza, 78 anni di Borgia, Gabriele Ricciardi, 65 anni, di Borgia e Mario Astarita, 58 anni, di Catanzaro, rischiano di finire a processo. Il titolare dell’inchiesta Anna Chiara Reale ha infatti chiesto il rinvio a giudizio per le sei persone coinvolte nell’inchiesta condotta dai Carabinieri. Per loro l’udienza preliminare davanti al gup Fabiana Giacchetti è stata fissata per il prossimo 20 dicembre.
L’inchiesta ha avuto un avvio casuale. A far scattare gli accertamenti nel pieno del primo lockdown, il 21 marzo 2020, era stata una richiesta di intervento da parte di una signora per la presenza a Squillace Lido di un ragazzo che voleva entrare in un’abitazione. La donna che aveva richiesto l’intervento dei carabinieri riferì che poco prima il ragazzo aveva cercato di scavalcare il cancello d’ingresso per poi allontanarsi spaventato dalle urla della proprietaria. Secondo la donna, aveva scambiato la sua abitazione con quella occupata da alcune prostitute. Sulla base di quanto riferito dalla signora, i carabinieri si recarono al civico indicato ed effettivamente accertarono la presenza di una straniera, che riferì di essere arrivata da poco a Squillace e di svolgere l’attività di massaggiatrice.
Le indagini, svolte con l’ausilio di intercettazioni telefoniche e servizi di osservazione, pedinamento e controllo, hanno consentito di acclarare l’esistenza di un’attività illecita di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione posta in essere dagli indagati in concorso tra loro, ciascuno con ruoli e compiti ben precisi.