È ufficialmente ripartito l’iter perché il Patto di Limbadi sia condiviso da tutti i Comuni della Calabria. Quattordici i punti che compongono il documento nato dall’Università della Ricerca, della Memoria e dell’Impegno, l’istituzione sorta all’interno di un immobile confiscato alla cosca dei Mancuso in uno dei paesi calabresi più spesso accostati alla forte e pervasiva presenza della ‘ndrangheta. Il patto vuole essere uno strumento che impegni le amministrazioni pubbliche locali ad aderire ad un percorso di legalità, trasparenza e sostegno concreto agli imprenditori che hanno denunciato la criminalità organizzata. Nel pomeriggio di ieri, l’iter di sottoscrizione del patto ha ripreso la sua marcia e lo ha fatto da Catanzaro e dalla sua provincia. Se, infatti, già un anno fa il Comune capoluogo di regione aveva sottoscritto il documento, dai ieri ne è anche portabandiera in provincia avendo chiamato a raccolta i Comuni dell’hinterland perché sottoscrivessero i 14 punti. All’interno delle sale del Complesso monumentale del San Giovanni, quindi, diversi rappresentati istituzionali hanno firmato il patto. Altri - in tutto circa 60 i Comuni che hanno manifestato disponibilità - potranno farlo entro il 15 gennaio prossimo recandosi direttamente a Palazzo De Nobili.
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