Il cambio di rotta nella gestione del comparto rifiuti con la nascita dell’Autorità unica regionale è destinato a pesare sul futuro di Akrea. I posti di lavoro dei dipendenti della società che gestisce il ciclo rifiuti nel capoluogo non sarebbero in discussione, diverso il discorso per l’azienda controllata dal Comune. Per intanto arriva la prima bozza del nuovo contratto di servizio, in scadenza il 31 dicembre, che (doveva) che rinnoverà alla partecipata Akrea (sulla carta per i prossimi tre anni, con la possibilità di prorogarlo per ulteriori 12 mesi), il compito di continuare a gestire il ciclo dei rifiuti a Crotone città. Il documento di 57 pagine, che al momento è allo studio dei vertici aziendali, prevede lo stanziamento di 6,7 milioni di euro annui che l’ente si impegnerà ad erogare all’azienda pubblica per il funzionamento del sistema di raccolta e conferimento dei rifiuti urbani in città. Ma sul destino della società in house gravano le incognite della gestione unica del ciclo integrato dei rifiuti. Il 2023, con ogni probabilità, sarà infatti l’anno che vedrà entrare in attività l’Autorità rifiuti e risorse idriche Calabria (Arrical), l’ente istituito dalla Regione per occuparsi della conduzione su scala regionale e non più provinciale, sia del ciclo integrato dei rifiuti che di quello idrico. E in questo contesto, il futuro dell’Akrea - ma non quello del personale della società - è destinato ad essere messo in forse in seguito alla gestione unica del servizio. Il quale, come già deliberato dall’Arrical il 5 dicembre, comporterà la creazione di un Ambito territoriale ottimale unico calabrese che avrà tre articolazioni locali con la realizzazione dell’Area omogenea nord, centro e sud. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro