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L’area d’influenza della cosca di Rocca Di Neto svelata dalle cimici nella casa del boss

Uno dei retroscena dell’inchiesta coordinata dalla Dda di Catanzaro

Pietro Corigliano e il boss di Papanice, Mico Megna

«Noi, (come cosca), fino dove arriviamo? (a comandare) A San Giovanni?». «Rocca arriva fino al bivio di Belvedere... (di Spinello) e fino alla benzina di Corazzo... (ovvero, contrada “Corazzo” nel comune di Scandale)». Ecco spiegata l’area di egemonia della cosca di Rocca di Netto. A rivelarla è una conversazione avvenuta tra un 33enne rocchisano ma residente negli Stati Uniti e Pietro Corigliano, il 55enne presunto capo della ’ndrina di Rocca di Neto, che lo scorso 19 dicembre è stato fermato insieme ad altre 17 persone nel blitz disposto dalla Dda di Catanzaro contro il clan rocchisano dei Corigliano-Comito. Il dialogo, «a sfondo mafioso», è contenuto negli allegati del provvedimento restrittivo emesso nell’ambito dell’operazione coordinata dalla Procura antimafia che ha smantellato l’organizzazione criminale.
Il faccia a faccia è stato intercettato dai poliziotti della Squadra mobile di Crotone durante una riunione serale che si tenne il 29 gennaio 2022 nella casa dello stesso Corigliano, «nel corso della quale – annotano gli inquirenti - venivano dibattute alcune vicende di estremo interesse investigativo che tracciavano, in parte, le origini della ‘ndrina di Rocca di Neto, confermandone l’attuale sussistenza sotto il governo criminale di Pietro Corigliano».

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