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Omicidio attivista Usb nel Vibonese, la Cassazione conferma la condanna

Soumaila Sacko, il migrante ucciso a colpi fucile

Condanna a 22 anni di reclusione. Questo il verdetto della Cassazione per Antonio Pontoriero, 49 anni, di San Calogero, nel Vibonese accusato dell’omicidio volontario di Soumaila Sacko, ucciso a colpi di fucile il 2 giugno 2018 nell’area dell’ex fornace «La Tranquilla». I giudici di legittimità hanno quindi confermato la condanna emessa in primo grado. Antonio Pontoriero - difeso dagli avvocati Francesco Muzzopappa e Nico D’Ascola - è stato ritenuto responsabile di aver cagionato la morte di Soumaila Sacko attraverso l’esplosione di alcuni colpi di fucile, uno dei quali ha colpito al capo il ragazzo extracomunitario, con regolare permesso di soggiorno ed attivista sindacale dell’Usb, provocandone il decesso. L’imputato avrebbe considerato come propria l’area dell’ex fornace pur non avendone alcun titolo. Il barbaro omicidio di Sacko Soumaila - padre di una bambina di cinque anni - aveva suscitato un’ondata di indignazione in tutta Italia. Il ragazzo si era recato in bicicletta da San Ferdinando nell’area dell’ex Fornace di San Calogero per prelevare delle vecchie lamiere. A Rosarno e San Ferdinando, il ragazzo quale attivista del sindacato Usb era sempre in prima fila nel difendere i diritti dei lavoratori.

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