Adeguare il “Ceravolo” agli standard richiesti dalla Serie B ed evitare che il Catanzaro sia costretto a emigrare. Per questo motivo il Comune ha lanciato la sua caccia ai fondi che al momento non ci sono: servono soldi e ne servono tanti, all’incirca 4 milioni di euro per gli interventi più basilari. Altrimenti la squadra dovrà spostarsi in Campania o in Puglia perché questioni di sicurezza e ordine pubblico non fanno prendere in considerazione Cosenza, Reggio o Crotone, né le città siciliane più prossime (Messina e Catania). Gli stadi più vicini che farebbero al caso delle Aquile sono quelli di Salerno e Lecce. Quindi mettere mano sul “Ceravolo” e farlo in fretta è un imperativo. Nei giorni scorsi allo stadio è stato eseguito un importante sopralluogo dall’assessore ai Lavori pubblici Raffaele Scalise, dai rappresentanti della società (fra cui il direttore generale Diego Foresti) e da un emissario della Lega Serie B che ha indicato 28 criticità sulle quali intervenire. Il Comune ne ha aggiunte altre quattro portando il totale a 32. Non sono tutti aspetti insormontabili, per alcuni si può andare in deroga (per esempio sugli spazi esterni per i mezzi tecnici delle Tv), ma si tratta pur sempre di opere per le quali sono indispensabili milioni di euro. «Io comunque sono ottimista sul reperimento di queste risorse», ha spiegato Scalise sottolineando di aver già avviato il dialogo con la Regione per una cifra più corposa dei quattro milioni che ritiene necessari in prima battuta: «Noi stiamo puntando a fondi per una decina di milioni di euro in modo da intervenire anche sulle curve che, avvicinandole al terreno di gioco, ci permetterebbero di ricavare spazi importanti alle loro spalle». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro